Antenna utile per chi fa attivazioni ma non solo, di facile realizzazione e di facile trasporto dal costo irrisorio e con una resa direi ottima

Occorrente:

Una canna da pesca in fibra di vetro di circa 10 metri
Un connettore so 239 da pannello
Una scatola di derivazione per impianti esterni
2 supporti per tubi dell’acqua
Un Toroide Amidon rosso T200
Del filo bifilare possibilmente rosso e nero ma il colore non è necessario serve solo per non confondersi
Del filo monofilare da 1.5mm
2 connettori maschio e femmina per alimentazioni a 12V
Questa è una delle tante modalità per costruire questa antenna potete ovviamente modificare a seconda delle vostre esigenze e con quello che avete a disposizione tenendo sempre presente il dimensionamento fisico dell’antenna stessa.

Montaggio:

Bucare e fissare alla scatola di derivazione le femmine dei connettori, il connettore SO 239 e i supporti per i tubi dell’acqua questi ultimi serviranno per fissare la scatola alla vostra canna da pesca.


Avvolgere 18 spire circa di piattina bifilare, attorno al toroide, così facendo otteremo un balun 4:1 e ci ritroveremo con quattro capi all’ uscita 2 rossi e 2 neri.
Unire un capo rosso e uno nero del bifilare e saldarli al centrale del SO 239.
Saldare il filo rosso rimanente sul connettore rosso e saldare il filo nero rimanente sul connettore nero e tramite in cavallotto sulla massa del SO239.

Tagliare 960 cm del vostro filo da 1.5 mm (sarebbe circa un ¼ d’onda in 40 m) attaccatelo al cimino e issate l’antenna in modo da estendere tutto il filo per la sua lunghezza a questo punto collegate l’altra estremità del filo al connettore rosso, collegate una linea RF a una radio e all’antenna tramite un accordatore e cominciate a trasmettere.



Radiali o piano di massa

Esistono diverse correnti di pensiero su ciò che va collegato per così dire sul connettore nero.
C’è chi dice che i radiali non ci vanno (effettivamente i radiali andrebbero su antenne risonanti alimentate a 50 ohm e non è il caso della canna da pesca che risulta in pratica una verticale a larga banda ad alta impedenza sul punto di alimentazione) e c’è chi dice che è meglio metterli.
Personalmente ho fatto alcune prove e ho visto come fa qualcuno che mettendo un solo filo collegato magari a una ringhiera riesco ad avere prestazioni migliori.
Voi provate in tutti i modi che volete intanto non si brucia niente, quando trovate il vostro setup con la resa più ottimale tenetevi quello che è poi la cosa più importante al di là di ogni considerazione fisico-tecnica.

Come tutte le sorgenti di onde elettromagnetiche, anche quelle generate ed irradiate dai radioamatori devono sottostare ai limiti e ai vincoli imposti dalla legge.
Inizialmente, nell’anno 1998, con il Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 381 e successivamente con la Legge Quadro n. 36 del 2001, e relativo D.P.C.M. dell´8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita´ per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz.", sono state “normate” le emissioni anche per gli impianti radioamatoriali; tale D.P.C.M. ribadisce i limiti di esposizione già a suo tempo stabiliti dal D.M.381/98.
A seguito della suddetta legislazione nazionale, le varie Regioni d’Italia, hanno emanato proprie leggi in materia, nell’ambito delle proprie competenze.
La situazione si è così diversificata da Regione a Regione, per quanto attiene le modalità per il rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli impianti.
A livello nazionale l’entrata in vigore nell’anno 2003 del D.Lgs. n. 259 “Codice delle comunicazioni elettroniche”, prevede espressamente un capitolo dedicato ai radioamatori
(Titolo III-Capo VII: RADIOAMATORI e Allegato 26), nel quale viene indicato che l’autorizzazione generale per l’impianto e l’esercizio di stazioni di radioamatore è rilasciata dall’Ispettorato Territoriale del Ministero competente per territorio, al quale devono essere inviate le dichiarazioni/informazioni previste dalla normativa e al quale sono attribuite le competenze in relazione a detti impianti.

Ma le emissioni radioamatoriali costituiscono un pericolo per la salute dei cittadini?
Sono esse confrontabili con le emissioni di altri Servizi, come la radio diffusione, le televisione o la telefonia cellulare ?

Se riepiloghiamo le principali condizioni operative notiamo che:
a- il radioamatore in genere svolge tale “attività” come hobby, e quindi dedica solo alcune ore al giorno, nelle quali comunque la maggior parte del tempo è dedicata all’ascolto e quindi sono molto brevi i suoi “tempi di trasmissione”.
b- L’uso dell’apparato SSB (Single Side Band) e della telegrafica implicano che nessuna radio-onda venga irradiata tra una parola e l’altra o tra un carattere telegrafico e l’altro.
I 100 - 300 Watt di cui si è detto, sono presenti solo nel picco della modulazione o a tasto abbassato.
Nelle pause del discorso o tra una parola e l’altra nessuna potenza viene trasmessa. Per tale ragione, il calcolo della potenza mediata nel tempo ed effettivamente irradiata nell’arco di 6 minuti, così come previsto dalla normativa italiana, risulterà bassissima o addirittura non valutabile.
c- Tramite l’antenna direttiva, la maggior parte della potenza trasmessa è diretta verso la ionosfera per sfruttarne la riflessione, solo nella direzione del radioamatore con cui si tenta di collegarsi.
Il “cono” di energia concentrata è sufficientemente stretto e l’antenna sufficientemente alta da far sì che l’onda trasmessa intercetti il terreno e quindi le zone abitate a distanza tale da rendere il campo elettrico ivi misurabile pressoché trascurabile.
Di conseguenza gli impianti radioamatoriali non possono essere certo equiparati ad altre tipologie di sorgenti elettromagnetiche quali le Stazioni Radio Base per la telefonia cellulare o gli impianti diffusivi a servizio della tele-radio diffusione, caratterizzati da emissioni continuo nell’arco delle 24 ore e con potenze sicuramente più elevate. Per tali ragioni si può affermare che l’impatto elettromagnetico che tali apparati generano nell’ambiente circostante sia da ritenersi trascurabile e pertanto da non rappresentare una fonte di rischio elettromagnetico.

La modulazione di frequenza tradizionale (FM) ha una serie di caratteristiche eccellenti che continuano a fornire ancora oggi notevoli vantaggi rispetto al digitale,una fra tutte è che il sistema analogico riesca a offrire grosse coperture di distanza con consumi energetici relativamente contenuti.
Ne consegue che le bande VHF e UHF con sistema analogico continueranno ad essere il metodo di comunicazione anche per i radioamatori del futuro.
Per questo motivo un sistema digitale, quale esso sia deve essere affiancato al sistema analogico già presente e non pensato come una sua sostituzione.A fronte di questo, infatti i recenti sistemi digitali vanno verso quella che oggi viene definita la modalità mix mode (modalità mista).
D'altra parte la modulazione digitale fornisce una vasta gamma di vantaggi, consentendo lo scambio di informazioni più complesse (voce dati) con una notevole resistenza alle interferenze radio e una migliore qualità audio.

Attualmente nel mondo radioamatoriale esistono tre sistemi digitali utilizzati: D-STAR, C4FM e DMR.
In linea di principio il funzionamento per i tre sistemi e simile e approda allo stesso risultato: poter far viaggiare voce e dati nel miglior modo possibile e con l’aiuto della rete internet che risolve il problema della propagazione anche il più lontano possibile.
I tre sistemi prevedono ovviamente il collegamento tra singole stazioni (in diretta) oppure via ripetitore anche in cascata, quindi, dove termina la copertura dell’ultimo ripetitore questo agganciandosi alla rete Internet potrà comunicare con un altro ad esempio dall'altra parte del mondo e continuare così il percorso sino alla stazione indirizzata.
Vien da se che con un semplice apparecchio portatile che abbia la possibilità di agganciarsi al primo ripetitore utile di uno dei tre sistemi (D-Star C4FM-DMR) di cui si sta facendo uso si possa fare in giro del mondo con voce e dati alla stregua di un comune cellulare.
I tre sistemi usano 3 protocolli diversi.
Il protocollo non è altro che una convenzione standardizzata che controlla ed abilita la connessione e la successiva comunicazione con relativo trasferimento di dati fra due stazioni terminali.
Similarmente a quanto succede per i cellulari l’accesso non avviene da stazione ignota, ma da una stazione, la quale con il proprio ID, segnalerà la sua presenza in rete.
Questo è in linea di massima cosa accomuna i 3 sistemi D-Star C4FM e DMR.
Vediamo ora quali sono le sostanziali differenze.

IL D-STAR
D-STAR è l'acronimo di “Digital Smart Technology for Amateur Radio”, il protocollo di comunicazione digitale standard ‘aperto’ realizzato dalla JARL The Japan Amateur Radio League, anche se al momento solo la ICOM ha deciso di investire delle risorse tecniche ed economiche producendo il suo sistema.
Tale protocollo è basato sulla modulazione GMSK. La portante viene modulata con un flusso di dati a 4800 bit per secondo, di cui 3600 bps per la codifica vocale più 1200 bps per i dati associati.
La larghezza di banda utilizzata è di 6.25 kHz.
Il sistema supporta due tipi di flusso dati:
DIGITAL VOICE ovvero la voce digitalizzata (DV) che potrà essere trasmessa in VHF, UHF e dati sugli 1.2 GHz fra le stazioni ed il ripetitore alla velocità di 3600 bps con correzione di errore e di un contemporaneo flusso dati alla velocità di 1200 bps.
DIGITAL DATA STREAM (DD) - che comprende solo questi, avviene alla frequenza di 1.2 GHz alla velocità di 128 kbps.

IL C4FM
Il sistema C4FM Constant Envelope 4-Level Frequency Modulation è un sistema derivato dallo standard P25 (di comunicazione statunitense simile al Tetra europeo ma non compatibile) attorno al quale Yaesu ha costruito il suo sistema Fusion, si tratta quindi di un sistema proprietario.
Il C4FM usa lo standard FDMA : (Frequency Division Multiple Access), letteralmente "accesso multiplo a divisione di frequenza", è una tecnica di accesso a un canale di trasmissione contemporaneamente da parte di più sorgenti di informazione, la banda di frequenza disponibile del canale di trasmissione (12,5 KHz) viene divisa in un numero di sottobande (sottocanali) che occupano una banda di frequenza più piccola (6,25 KHz)e a ognuno di questi sottocanali è assegnato una delle sorgenti di informazione, che lo utilizzerà per trasmettere l'informazione.

YAESU System Fusion (letteralmente sistema di fusione) è stata l’idea “differente” ideata da Yaesu per permettere di poter mettere in comunicazione il mondo analogico con quello digitale.
WIRES-X è il sistema di comunicazione fra apparati che grazie ad una interfaccia permette di far parlare tra loro sia apparati analogici che digitali che usano la modulazione C4FM della Yaesu.
Il successo della Yaesu è da attribuirsi “all’originalità” di fondere l’analogico ed il digitale con il proprion sistema… e funziona proprio così in modo semplice ed automatico grazie ad una funzione denominata AMS (selezione del modo automatica) Lato ripetitore impostando l’AMS viene abilitata la funzione mista analogica/digitale che permette al ripetitore di riconoscere il modo con il quale viene impegnato (FM analogico, C4FM, V/D, VFR, o DFR) e quindi operare nella stessa modalità, stessa cosa vale abilitando la medesima funzione lato ricetrasmettitore “Yaesu System Fusion”.
WIRES-X interconnessione tra ripetitori o stazioni fisse
Come abbiamo letto uno dei motivi che ha portato la maggior parte dei radioamatori alla scelta dei sistemi digitali è stata proprio la possibilità di interconnettere i vari ponti ripetitori sfruttando altre tecnologie di trasmissione e nella maggior parte dei casi la rete “Internet” in modo da poter abbattere i limiti della propagazione.
La struttura del sistema wires-x è molto simile se non identica alla struttura degli altri sistemi digitali.
Sarà composta da una stazione ripetitrice che collegata tramite un’interfaccia sarà connessa via internet ad un reflector che a sua volta potrà essere connesso ad uno o più reflector creando una rete interconnessa di stazioni ripetitrici.
Yaesu per il suo sistema “Fusion” ha progettato e realizzato un’interfaccia, l’HRI-200, che permette di interconnettere sia stazioni ripetitrici che apparati veicolari o trasportabili attraverso la rete internet ed il protocollo VoIP.

DMR
Il DMR (Digital Mobile Radio) è una tecnologia digitale che impiega un tipo di emissione basata sull’accesso al canale di tipo TDMA (Time Division Multiple Access) realizzando la trasmissione di due canali logici contenenti la voce o i dati e definiti Time Slots, proprio perché funzioni del tempo.
La portante su cui avviene la modulazione del segnale digitale è costituita da un segnale con una larghezza di banda adeguata alla canalizzazione a 12,5 KHz.
Il protocollo DMR consiste nella generazione di un sincronismo che consente la creazione di questi due Time Slots, ovvero che consente di intervallare l’invio del segnale tra uno Slot e l’altro.
Ognuno dei due Time Slots è completamente indipendente dell’altro ,dal momento che avviene secondo un ordine temporale successivo.
Infatti il segnale vocale trasmesso su un determinato slot,dopo essere stato codificato in digitale e compresso, per poter essere trasmesso sul canale radio a 12,5KHz, viene pacchettizzato in modo che possa essere trasmesso secondo lo schema dei due Time Slots, alternando così le due comunicazioni nel dominio del tempo.
Il sistema DMR è opensource ed è sviluppato da radioamatori (compatibilmente con l'encoder AMBE2+ di proprietà della società DVSI) ed è interoperabile tra i diversi marchi, in questo modo gli utenti non sono vincolati ad una soluzione proprietaria. E' possibile scegliere l’apparato radio client che si desidera, dai più sofisticati come ad esempio Motorola, Hytera, Kenwood, Vertex Standard (che cura la parte professionale di Yaesu) ai meno sofisticati come ad esempio gli apparati cinesi i cui costi sono competitivi. (L'encoder AMBE2+ effettua la codifica/decodifica del segnale prima di essere trasmesso sul canale RF ed effettua la correzione dell'errore quando il segnale RF è particolarmente disturbato o carente). Gli apparati DMR non sono progettati e costruiti nello stile radioamatoriale, ma sono molto simili a quelli in uso in ambito civile e quindi richiedono un'attenta programmazione. La rete DMR in Italia attualmente è tipicamente in UHF.